Politica e istituzioni americane
Ordinamento statale degli Stati Uniti
La divisione dei poteri dell’ordinamento federale degli Stati Uniti è imposto dalla Costituzione: al Congresso, ovvero il Senato e la Camera dei rappresentati, spetta il potere legislativo, al Presidente spetta il potere esecutivo, alla Corte suprema e ai tribunali spetta invece quello giudiziario «che il Congresso potrà di volta in volta istituire». Ogni anno pari, il martedì della prima settimana di novembre, si svolgono le elezioni congressuali. Gli elettori aventi diritto al voto, secondo quanto proclama il 26° emendamento del 1970, devono avere 18 anni compiuti.
Il Senato è formato da due senatori ogni Stato (ovvero per i 50 Stati attuali, 100 senatori) che vengono eletti ogni sei anni a suffragio universale e sono divisi in tre classi che vengono rinnovate ogni due anni: quindi un anno sì e uno no avviene l’elezione di un terzo dei senatori. Un senatore pro tempore viene nominato dal governatore dello Stato nel caso in cui un seggio dovesse rimanere vacante. I requisiti per poter essere eletti sono: avere compiuto i 30 anni, essere cittadino americano da nove e avere la residenza, nel momento in cui si presenta la candidatura, nello Stato che lo elegge. Una deroga parziale (la divisione dei poteri qui è molto rigida) vuole che il presidente del Senato sia anche il vicepresidente degli Stati Uniti: egli non può essere un membro dell’Assemblea e, salvo il caso in cui l’assemblea sia divisa in parti uguali, non ha diritto di voto. Se il vicepresidente degli Stati Uniti è assente o sta esercitando l’ufficio di capo dello Stato, l’assemblea in questo periodo elegge un presidente pro tempore.
È compito del Senato poter destituire, con il consenso dei due terzi della maggioranza, tutti gli alti dignitari dell’Unione, su accusa (detta impeachment) elevata dalla Camera dei rappresentanti; se questa accusa riguarda il presidente degli Stati Uniti, il Senato viene presieduto dal giudice capo della Corte Suprema. Sempre al Senato va il compito di dare al presidente «consiglio e consenso» (advise and consent) ovvero aiutarlo e consigliarlo a stipulare i trattati – con il consenso dei due terzi della maggioranza – o a nominare gli ambasciatori, i giudici della Corte Suprema, i capi dei dipartimenti e le altre cariche.
Ogni due anni vengono eletti, con sistema uninominale maggioritario e a suffragio universale, i 435 membri della Camera dei rappresentanti; qui i requisiti per poter essere eletti sono: avere almeno 25 anni, avere la cittadinanza almeno da sette anni e la residenza nello Stato presso cui ci si candida.
Il presidente della Camera, ovvero lo speaker, viene eletto dalla stessa Camera dei rappresentanti. Ogni Stato ha un numero di rappresentanti proporzionale alla propria popolazione, con l’obbligo di averne minimo uno. La Camera emana le leggi che impongono tributi che però il Senato può avanzare degli emendamenti. Un “comitato di conferenza” paritetico formato da senatori e deputati delle due Camere approvano l’armonizzazione fra i testi della stessa legge: se questa armonizzazione non avviene, la legge non può essere considerata deliberata. Perché la legge venga applicata serve la sanzione, ovvero la firma del presidente: se la sanzione non viene approvata, egli la respinge, motivandone il perché, alla Camera che l’aveva originariamente emanata. La legge viene approvata nonostante manchi la sanzione presidenziale se le Camere, per appello nominale e a maggioranza di due terzi, approvano nuovamente il testo. L’entrata in vigore di una legge avviene dopo 10 giorni, a meno che il Congresso nel frattempo si sia aggiornato, o se il presidente non la firmi od ometta di rinviarla.
Sia il Senato che la Camera sono articolate in due sezioni dette commissioni permanenti e sottocommissioni. Presidenti delle commissioni, parlamentari con anzianità maggiore nella carica o con una forte posizione politica, capi della maggioranza e delle minoranza (majority e minority leader), i vicecapo della maggioranza e della minoranza (majority e minority whip) ed infine lo speaker della Camera sono coloro che hanno tra le mani il potere americano.
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